Oct 4, 2009 2:57 PM says Moira
Abidjan, 3 ottobre 2009

In questo periodo ci sono diverse cose sulle quali rifletto, in maniera forse un po’ erratica ma tutto sommato costante.
La relazione con l’altro: vivere in Africa (molto più che in America Latina) mi ha costretta a realizzare la mia alterità, il mio essere diversa. Sostanzialmente bianca e in quanto tale portatrice di un passato coloniale. Comunque, estranea. Rendermi conto di questa separazione implicita e apparentemente insuperabile da ciò e da chi mi circonda mi ha portato a cercare di colmare questa distanza. Da qui viene il mio bisogno di conoscere l’altro, le mie letture, i miei studi, le mie eterne ricerche verso la conoscenza universale, le mie velleità da antropologa. E da qui nasce anche il secondo dei miei temi di riflessione: la rappresentazione dell’altro. Tutto ciò che scrivo, e le mie fotografie, sono un modo di esprimere la mia individualità nella sua scoperta – qualche volta accettazione, qualche volta rifiuto – dell’altro. E anche se le mie debolezze spesso me lo impediscono, vorrei poter essere capace di rappresentare l’altro nella sua bellezza e nella sua complessità, perché il mondo in cui mi trovo possa essere compreso, accettato, e apprezzato dal mondo da cui vengo. Vorrei essere un tramite, un ponte. Voglio controbilanciare la tendenza alla chiusura, al rifiuto, alla distanza che sempre più spazio sta avendo nella società italiana. Vorrei essere capace di mostrare che l’Africa, così come l’America Latina, o in generale tutto ciò che è diverso da noi, tutto ciò che è “altro”, non sono soltanto povertà, guerra, orrore. Esiste così tanta bellezza nel mondo, nell’essere umano, in quello che qualcuno ha chiamato “la nostra comune umanità”; così tanta bellezza dimenticata, sminuita e nascosta, che bisogna riportarla alla luce.
Diceva saggiamente John Keats “La bellezza è verità, la verità è bellezza; questo è tutto ciò che vi è dato sapere, e tutto ciò di cui avete bisogno.”

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L’erranza è un principio che vale in tutti i campi della vita, anche nella scrittura. Ogni realtà è un arcipelago; vivere e scrivere significa errare da un’isola all’altra, ognuna delle quali diventa un po’ la nostra patria. La verità umana non è quella dell’assoluto, bensì quella della relazione. Ogni identità esiste nella relazione; è solo nel rapporto con l’altro che cresco, cambiando senza snaturarmi.
Edouard Glissant, da un’intervista con Claudio Magris

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