
Ayaan Hirsi Ali è una di quelle donne coraggiose di cui mi piace leggere, un po' come Teresa Batista e Inés Suárez, con la differenza che Ayaan esiste davvero.
Il libro percorre lentamente le tappe della sua esistenza, anche se è ancora giovane e come dice un mio amico: scrivere un'autobiografia è sempre un atto di autocelebrazione. E' vero, e lei scivola spesso nel celebrativo, seppure mascherato di modestia. Però questo non toglie alcun merito al coraggio con cui si è mossa nel mondo, scappando da un matrimonio combinato in Somalia, vivendo come rifugiata in Olanda fino ad ottenerne la cittadinanza, per poi essere eletta al Parlamento. Senza mai smettere di criticare ferocemente l'Islam e l'oppressione che esso significa per le donne musulmane.
Che dire? Il libro è molto piacevole da leggere, salvo alcuni passaggi brutali che chiedono un po' di respiro. E' un buildungsroman nel senso originario del termine, un romanzo di crescita e di formazione. Hirsi Ali si costruisce da sè, crea un proprio io individuale che come donna musulmana le era in principio negato, studia fino a conseguire una laurea in scienze politiche, non dà più per scontato ciò che le è stato insegnato da piccola, e procede a scarnificare l'Islam un pezzetto alla volta, fino a rinnegarlo.
Mi è piaciuta la volontà ferrea di questa donna, lo spirito critico, la capacità di tirarsi fuori dalle situazioni peggiori e di uscirne alla grande. Condivido un po' meno il suo percorso politico ed intellettuale, che l'ha portata dopo aver abbandonato il Parlamento Olandese ad essere ricercatrice in un think thank statunitense neoconservatore (http://www.aei.org) molto vicino all'attuale amministrazione. Mi pare incoerente battersi per i diritti delle donne nell'Islam e poi affiliarsi ad un gruppo ugualmente estremista solo che di un'altra religione, in cui si sorvola allo stesso modo su tali diritti. Così come certe sue posizioni restrittive sull'immigrazione in Olanda, quando lei stessa ne ha beneficiato ed è ciò che è oggi anche grazie alle politiche di asilo olandesi. Le sue posizioni sono radicali e spesso provocatorie, il che è diventato un po' il suo marchio di fabbrica, ma bisogna riconoscere che ha fatto molto per stimolare il dibattito, almeno in Olanda, sulle comunità musulmane immigrate e sulla (mancanza di) integrazione.
3/10/07 2:26 PM
ciao moira, in bocca al lupo per la nuova avventura...
Buona l'idea del blog...era ora!! ;-)
3/10/07 2:29 PM
a proposito, dimenticavo il link al mio blog...
3/10/07 2:39 PM
Cris mi sa che lo hai dimenticato di nuovo....oppure son cieca!
3/10/07 3:09 PM
oggi.ilcannocchiale.it
ero convinto di averlo messo
3/10/07 3:29 PM
visto che si parla di libri, ne sto finendouno particolarmente bello, anche se duro: Le irregolari, di Massimo Carlotto
sottotitolo: Buenos Aires Horror Tour
da comprare prima di trasferisrti in Kenia
baci e buona fortuna bella!
Cristina